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- Stavo andando via, ma poi mi sono accorto che è meglio litigare con te che fare l’amore con chiunque altro.
- Pensavo di essere il tuo Qualcuno e invece ero solo il tuo Chiunque. Potevo essere io, oppure io, oppure me stesso e sarebbe stato uguale, potevo essere un altro e forse non sarebbe stato lo stesso, ma in fondo sì. Credevo avresti riconosciuto le mie onde tra tutte le onde, e invece stavi solo cercando un fiume da navigare, un fiume nel quale tuffarti in modo talmente potente da farlo esondare, un fiume di cui abbeverarti fino a scoprirne i sassi più nascosti nel suo letto. C’ero, e questo è bastato. C’ero e non sono riuscito a farmi bastare di essere il tuo Chiunque perché tu eri il mio Qualcuno. C’ero e quando non ci sono voluto più essere ho chinato la testa per liberarmi da promesse che non ti ho mai fatto e che pure ho mantenuto. Pensavo di essere grande abbastanza da colmare il tuo vuoto. Pensavo che Chiunque non avrebbe potuto farlo, Qualcuno sì: IO. Sapevo di essere il tuo Qualcuno ma non sono riuscito ad insegnartelo. Vorrei perdonarmi per tutto quello che non ho saputo, per tutto quello che non ho capito, per aver creduto di essere Qualcuno. Per aver creduto che tu avessi bisogno di Qualcuno e non di Chiunque. Per non essere stato capace di essere Qualcuno, che non ti avrebbe fatto sentire la mancanza di Chiunque.
- Purtroppo o per fortuna non sono fatto solo di parole, sai? E innamorarsi delle parole è facile, e credimi, se ci volesse così poco allora sì saremmo felici insieme. O più probabilmente saresti più felice con qualcun altro, perché di gente che usa belle parole ne è pieno il mondo e, fidati, ce ne sono anche molti più bravi di me. Non è gelosia, suppongo sia solo dispiacere nel constatare quanto siamo facilmente sostituibili. A volte vorrei davvero che perdessi la testa per me (magari anche per decapitazione!) e chiedermi se penso che sia Amore non ha granché significato: alla fine la risposta più semplice che mi do è “E’ quello che è. Non credo sia necessario dagli un nome.” Se dal mio punto di vista vuoi che ti lascio in pace anche se forse dovrei lasciare in pace il mio ricordo di te che conservo nella testa, lo faccio. Ma certe volte incontri una persona e capisci che tutto quello che hai fatto finora, tutto ciò che è stata la tua vita finora deve essere stato tremendamente giusto, non può essere stato così brutto o sbagliato se ti ha portato a incontrare questa persona. E tu per me sei questa persona, almeno credo. E allora, vuoi che me ne vada?
- Sono convinto di una cosa: se è scritto che due pesci devono incontrarsi, non servirà al mare essere cento volte più grande. Ma ormai, mi stupirebbe la presenza, non l’assenza… Ed io ho un debole per le persone che restano, che ci sono. Ma penso anche che le relazioni siano per alcuni versi degli sport estremi, come arrampicarsi su una parete rocciosa senza protezioni, come la roulette russa. Magari non è vero, ma molto (troppo) spesso è quello che ho visto. Mi guardo intorno ed è pieno di gente divorziata, di storie d’amore franate (autobiografico!), e io come faccio a stare con una persona e credere che non finirò anche io tra quelle macerie? Io penso che un tuo bacio può valere le macerie in cui forse un giorno mi lascerai. Forse non mi passerà mai, vivrò bene comunque, mi mancherà sempre, con rabbia e disappunto. Probabilmente la cosa più bella che possa esserci è sapere di mancare a qualcuno.
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