salahzar

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Sep 24th, 2024 (edited)
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  1. **La Battaglia del Pelennor: Un'Analisi Storica di Sauron**
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  3. Immaginate di essere un contadino in una splendida giornata di marzo. Avete appena piantato carote, spinaci e altre verdure, e già vedete i frutti del vostro lavoro. Ma all'improvviso, le mura di Minas Tirith crollano davanti ai vostri occhi e uno sciame di orchi si riversa sui campi, trasformando la terra in un deserto di cenere. Ad ogni loro passo, la devastazione aumenta, e il pensiero dominante è: "Sauron non mi crede mai". Così, la Battaglia dei Campi del Pelennor è sempre stata raccontata come la più sanguinosa della Guerra dell'Anello, uno scenario in cui eroi e grandi antagonisti si confrontano in un epico scontro.
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  5. Tolkien ha definito questa battaglia come la più grande storia d'amore mai esistita tra Sauron, il Signore Oscuro, e Arda, la Terra di Mezzo. Ma prima di approfondire, vi invito ad acquistare il libro "Con la violenza si risolve tutto" di Renato Minutolo, pubblicato da De Agostini. Un'opera che esplora cinque battaglie antiche e medievali, promettendo risate innumerevoli. Il link è in descrizione, acquistatelo subito o finiranno le copie!
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  7. Torniamo a Sauron. Spesso frainteso, soprattutto dalle fonti gondoriane che lo dipingono esclusivamente come il nemico, in realtà Sauron agiva per amore. No, non un amore romantico, ma un desiderio di distruggere o conquistare Arda per crearne un mondo inclusivo dove uomini, orchi, nani ed elfi potessero convivere. Sebbene nel 301 anno della Terza Era siamo ben lontani da questo sincretismo, Sauron si è legato ad Arda attraverso l'Unico Anello. Chi lo sa sposato lo sa: dentro l'anello c'è tutto—casa, figli, conti correnti. Quando l'anello gli viene strappato, perde tutto e finisce a dormire in un povero bosco, ricostruendo tutto da zero fino a diventare un idolo per gli orchi, che magari hanno un poster motivazionale con "Barad-dûr: Sauron con un occhio solo". E tu che scusa hai?
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  9. Nonostante abbia vissuto il dolore della separazione dall'anello, Sauron si è rimesso in sesto e ora vuole recuperare il rapporto. Ha la sua dimora, il suo esercito, i suoi Nazgûl, i servi dell'anello e i suoi alleati, come Saruman, uno stregone industriale, quasi un "avvocato" di Isengard—una sorta di Fiat di Arda. Quando la Fiat fallisce, interviene la General Mordor. Sauron non si aspettava però il fallimento totale di Saruman al Fosso di Helm. Quando gli arriva la notizia, Barad-dûr si illumina e il Palantír, conoscendo l'umore del padrone, riproduce il suo brano preferito: "White Without the Face" in lingua di Billy Idol. In una versione corrente, sarebbe: "Ho speso molto tempo credendo a tutte le tue bugie per tenere i miei sogni vivi".
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  11. Nel frattempo, Saruman apre Zoom sul Palantír e, invece di vedere un Sauron vittorioso al Fosso di Helm, scorge Aragorn, l'erede di Isildur, brandire Andúril, la spada riforgiata da Narsil. Aragorn, ancora provato dal dolore di aver perso un dito, si dirige verso Gondor con il suo esercito.
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  13. Gondor, al momento senza re, è governata dal reggente Denethor, padre di Boromir e Faramir. Denethor, un sovrintendente capace, ha contrastato efficacemente le forze di Mordor per anni e si aspetta l'invasione massiccia di Sauron. Come conosce i piani del nemico? Semplice, anche a Gondor è presente un Palantír, e Denethor lo utilizza, nonostante sia un gioco pericoloso che porta alla follia—un po' come guardare troppo un video di Dario Fo: inizi per curiosità, continui per informarti e alla fine impazzi perché la fine del mondo sembra imminente e tu sei troppo insignificante per fare qualcosa.
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  15. Denethor non è l'unico a spiare i piani di Sauron. Anche Aragorn, tramite il Palantír, apprende che i Corsari di Umbar attaccheranno le coste meridionali di Gondor. Il grande errore di Sauron non è stato altro che non installarsi sul Palantír Nord VPN, pensando di cavarsela con la navigazione in incognito—una strategia che funzionava solo per vedere Curvi Hobbit Fingering (probabilmente un riferimento umoristico a qualche dettaglio narrativo).
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  17. Aragorn decide allora di percorrere i Sentieri dei Morti e invocare un potente esercito di non morti per combattere i Corsari. Questi non morti, imprigionati da millenni perché non hanno risposto alla richiesta di aiuto del loro antenato, Il Re di Gondor, ora possono spezzare la maledizione. Aragorn, insieme alla Compagnia Grigia—Gimli, Legolas e una trentina di Dunedain—si prepara alla battaglia, mentre Sauron lancia il segnale dell'attacco.
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  19. Le forze di Mordor, composte da orchi di Minas Morgul comandati dallo stregone di Angmar, umani Esterling, Haradrim e Barag, raggiungono Gondor con circa 120.000 unità, inclusi troll, olifanti e i temibili Nazgûl. Gondor, per difendere i suoi confini, in particolare il porto di Pelargir, divide le sue forze: i Ranger di Tîmen comandati da Faramir sorvegliano Kir Andros e Ost-in-Edhil, mentre 3.000 uomini difendono direttamente la città. Le mura indistruttibili di Minas Tirith, costruite dai Númenóreani, e altre sette cinture murarie ai vari livelli della città separano i nemici dalla vittoria.
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  21. Nonostante le difese, gli eserciti di Sauron superano le mura di Minas Tirith, aprono le porte e attraversano il fiume Anduin. Le truppe di Gondor, capitanate da Faramir, battono in ritirata mentre arrivano i Nazgûl, i cacciatori di Frodo, capaci di percepire l'Unico Anello a migliaia di chilometri di distanza. Tuttavia, una semplice distrazione—una farfalla che scorregge—può distrarli, rendendoli incapaci di distinguere un hobbit da un letto vuoto.
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  23. I Nazgûl terrorizzano gli uomini fino a un chilometro di distanza. L'esercito di Faramir viene devastato, ma Denethor contrattacca, nonostante non sia il figlio preferito. Boromir, in questa occasione, ce l'avrebbe fatta da solo. La cavalleria di Dol Amro scaccia gli inseguitori e Gandalf il Bianco respinge i Nazgûl, ma la batosta è pesante: molti uomini muoiono e Faramir stesso è ferito mortalmente da una freccia di un Nazgûl.
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  25. Denethor commette un errore fatale: insultare il Palantír, che gli mostra la caduta di Gondor, la morte di Faramir e la fine degli uomini. Cadendo in depressione, Denethor inizia l'assedio di Minas Tirith. Gandalf guida la difesa della battaglia più sanguinosa della storia: teste volano, budella schizzeranno e il pensiero di Saruman è inquieto. Il sogno di Sauron si sta realizzando: Minas Tirith è circondata, bombardata da massicci proiettili e teste umane, mentre i Nazgûl creano terrore e inquinamento acustico.
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  27. Le trincee vengono piazzate per impedire l'arrivo dei Cavalieri di Rohan, ma Denethor vede l'unica soluzione: suicidarsi bruciandosi in una pira, portando con sé il figlio Faramir. Pippin assiste alla scena, mentre il padre chiama direttamente Marco Cappato per chiedere aiuto, ma è troppo tardi: Gandalf non ha tempo per fare lo psicologo.
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  29. L'esercito di Mordor sfodera i suoi mostri: Troll, Ariete di guerra, e il Cavaliere Nero, il signore dei Nazgûl, si para davanti a Gandalf. Un momento di tensione suprema: il Nazgûl controlla il suo smartphone, ignora la suoneria di Gandalf, e quest'ultimo replica: "Non la mia, io uso 'Why Light Why Hit' dei Velvet Underground, no? David Bowie è il migliore!". La comunicazione tra i due sembra sospesa, ma la battaglia continua.
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  31. I colpi di scena si susseguono: Rete Oden con i suoi 6.000 uomini trova un passaggio per bypassare le trincee nemiche e attacca gli orchi, grazie all'aiuto di un personaggio chiamato Gambur Inar Tol Regio—un nome che forse avrebbe meritato più attenzione. Aragorn, evocando i giuramenti presso la Pietra di Eorl e con l'aiuto dei morti di Dun Clivio, sconfigge i Corsari che imperversavano nel sud di Gondor, liberando le vele di Minas Tirith.
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  33. Nel frattempo, Eomer vede la sorella a terra, crede che tutto sia perduto e si lancia in modalità Berserker contro i sud Haradrim. La furia di Rete Oden, rinvigorita dal senso della vita ritrovato, abbattendo persino il capo dei Corsari, sembra inarrestabile. Tuttavia, una freccia colpisce il suo cavallo, schiacciando il re Théoden sotto il suo peso. Théoden non ha tempo di nominare Manwë invano: il signore di Angmar scende su di lui con la sua bestia, pronto a divorarlo.
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  35. Ma Eowyn, insieme a Merry, si frappone coraggiosamente, combattendo contro il Nazgûl. In un vero scontro culturale, Eowyn dichiara: "Io non sono un uomo!" sfidando l'idea che solo i maschi possano combattere, ribattendo con determinazione che il patriarcato è superato e che tutti sono uguali. Dopo aver pugnato Merry, Eowyn infligge il colpo di grazia al Nazgûl, cancellandolo con un colpo politicamente scorretto.
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  37. La battaglia sembra lontana dalla fine quando Eomer vede la sorella a terra, crede che tutto sia perduto e si lancia in modalità Berserker contro i sud Haradrim. La furia di Rete Oden, rinvigorita dal senso della vita ritrovato, abbattendo persino il capo dei Corsari, sembra inarrestabile. Tuttavia, una freccia colpisce il suo cavallo, schiacciando il re Théoden sotto il suo peso. Théoden non ha tempo di nominare Manwë invano: il signore di Angmar scende su di lui con la sua bestia, pronto a divorarlo.
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  39. Ma Eowyn, insieme a Merry, si frappone coraggiosamente, combattendo contro il Nazgûl. In un vero scontro culturale, Eowyn dichiara: "Io non sono un uomo!" sfidando l'idea che solo i maschi possano combattere, ribattendo con determinazione che il patriarcato è superato e che tutti sono uguali. Dopo aver pugnato Merry, Eowyn infligge il colpo di grazia al Nazgûl, cancellandolo con un colpo politicamente scorretto.
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  41. Nonostante la vittoria di Gondor, Sauron aveva previsto tutto: la battaglia al Cancello Nero, la distruzione dell'anello, e ora attende nell'ombra. Nel 2022, ritorna sotto forma di sceneggiatore, tessendo nuove trame con un nome elfico, Pain Mey, che in sindarin significa "donatore di sole", "maestro dei buchi" e "distruttore del canone". Con questo inganno, Sauron ha finalmente plasmato la Terra di Mezzo come desiderava: un mondo inclusivo dove orchi, SOG e Tolani convivono, sebbene forse un po' troppo colorato e ricco di elementi bizzarri.
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